I Rosmini alle Salesiane

E' il nuovo ramo originatosi dal trasferimento di una delle due famiglie dei Rosmini al Portone in un nuovo palazzo fatto edificare da Nicolò Francesco Rosmini. La nuova dimora (oggi nota come palazzo Balista), obbediente ai più avanzati canoni architettonici, fu commissionata agli architetti Carlo e Bernardo Tacchi proprio di fronte a palazzo Rosmini al Portone, nei pressi del fabbricato che ospitava il convento delle Salesiane e la chiesa della Visitazione (distrutti in epoca rivoluzionaria, ora è sede delle poste centrali e della stazione delle autocorriere). Ebbe come capostipite Nicolò Francesco (1678-1733), figlio di Nicolò il giovane dei Rosmini al Portone, fratello di Ambrogio e discendente di Antonio del ramo dei Rosmini di Rialto. Dei sette figli maschi di Nicolò Francesco vanno ricordati l'abate Angelantonio (1708-1777), che raggiunse la posizione di vicario generale del principe vescovo di Trento Felice Alberti d'Enno; Francesco (1706-    ), letterato e possessore di una delle più ricche biblioteche della regione, a più riprese nominato presidente del Magistrato mercantile di Bolzano e infine trasferitosi con la famiglia nel capoluogo atesino; e Nicolò Domenico (1710-    ), gentiluomo roveretano, che proseguì la linea famigliare in città. Figli di Nicolò Domenico, e dunque terza generazione dei Rosmini alle Salesiane, furono - oltre a un Giulio che si trasferì a Verona originando una nuova linea famigliare - il prete Nicolò, lo storico Carlo, letterato, celibe, trasferitosi a fine Settecento a Milano e autore di una celebre Storia di Milano, e Angelo, primogenito ed erede, a sua volta prosecutore della famiglia. Furono figli di Angelo, tra gli altri, Giovanni, avvocato a Trieste, Leonardo, avvocato a Trento, Pietro, avvocato a Rovereto, e Nicolò, tutti vissuti nella prima metà dell'Ottocento e in stretto contatto - soprattutto Pietro e Leonardo - con Antonio Rosmini-Serbati.