I Rosmini-Serbati

Giuseppe Maria (1798-1863)

Terzogenito di Pier Modesto e della contessa Giovanna Formenti, nato nel 1798, trascorse l'infanzia e la fanciullezza nella casa paterna con i fratelli maggiori Gioseffa Margherita e Antonio. Fu un fanciullo dotato di buon ingegno, indole ingenua, diligente nei suoi doveri, fino a quando nel periodo dell'adolescenza alcuni disturbi di natura fisica lo portarono ad un radicale cambiamento: il disamore per gli studi, il tedio, la noia, la scontrosità di carattere presero il sopravvento. A nulla servì il tentativo di Antonio di aggregarlo (1814) all'Accademia dei Vannettiani che con un gruppo di amici aveva istituito nel palazzo a scopo letterario e morale. E a nulla valse il tentativo del padre Pier Modesto di mandare il figlio a studiare a Verona sotto la guida del padre Antonio Cesari (1816). Dopo qualche mese di permanenza a Verona, fece ritorno a Rovereto dove frequentò con scarsi risultati sia il locale Ginnasio, sia i maestri privati che il padre gli aveva messo a disposizione per lo studio. Nel 1818 dietro suo desiderio, si recò a Padova presso il fratello Antonio, che lo accolse e si prodigò per aiutarlo pur con molte difficoltà. Continua preda della fantasia, della bizzarria e dell'umore mutevole, al chiudersi dell'anno scolastico fu riaccompagnato a Rovereto.
Nel 1828 sopraggiunti i 30 anni pensò di accasarsi, ma per la sua irresolutezza non riuscì a concretizzare la decisione: trascorsero altri 10 anni prima che nel 1842, attraverso l'intervento diretto del fratello Antonio che gli presentò la futura sposa e lo assistette nella firma dei patti nuziali, riuscisse a convolare a nozze con la baronessa Adelaide Cristani de Rallo. Un matrimonio, celebrato dal fratello Antonio, non rallegrato da prole ma felice e benedetto da Dio. La fedele e saggia consorte piegò l'animo di Giuseppe alla socievolezza, all'ilarità e alla beneficenza, fino alla morte nel 1863 all'età di 65 anni.
Con la morte di Giuseppe e la mancanza di un erede, il ramo dei Rosmini-Serbati si estinse definitivamente.