I Rosmini di Rialto

Francesco (1615-1665) l'emigrato

Figlio primogenito di Antonio, fratello maggiore di Nicolò il vecchio, nacque a Rovereto il 15 marzo 1615. A causa della grande distanza di età tra i due fratelli Antonio e Nicolò, Francesco è praticamente coetaneo dello zio Nicolò. Figlio e nipote di soldati impiegati presso il castello di Rovereto, Francesco decise in giovane età di cercar fortuna altrove, fuori da una Rovereto che non gli consentiva eccessive ambizioni. A imitazione di alcuni cugini, trasferitisi nei decenni precedenti nella Repubblica veneta, si trasferì a Padova, dove sposò Antonia Varese, dalla quale ebbe 2 figli maschi (Antonio e Nicolò) e 3 femmine (Francesca, Lucia e Domenica). Per qualche tempo le cose dovettero andare bene: Francesco avviò un'attività per il commercio delle cordelle di seta, entrò in parentela con famiglie importanti di Padova e di Rovereto; ma negli anni cinquanta alcune speculazioni sbagliate, e forse qualche iniziativa non del tutto irreprensibile, determinarono il crollo del credito e spinsero la Camera della mercanzia di Padova a intentargli un processo dal quale la famiglia non si sarebbe più risollevata. Grazie anche al supporto dell'eredità paterna Francesco poté rimanere a Padova dove morì nel 1665.
Alla sua morte, conosciute le difficoltà economiche in cui versavano la vedova e i figli, lo zio Nicolò il vecchio, all'ora all'apice delle sue fortune, decise di assumere la tutela della famiglia del nipote padovano. In questa veste, Nicolò il vecchio gestì i passaggi ereditari, le divisioni dei beni e anche il complicato affare del nuovo matrimonio della vedova Antonia Varese con Giuseppe Baroncini di Padova, delle sue conseguenze finanziarie e poi del ripudio subito di lì a un anno dalla medesima Antonia con conseguente rientro nella famiglia di provenienza. Non avendo più a Padova alcuna prospettiva economica o affettiva, i due figli di Francesco, Antonio e Nicolò il giovane, tornarono a Rovereto, cercando nuove opportunità sotto l'ala protettrice del ricco prozio Nicolò il vecchio.