L’appartamento dello zio Ambrogio

Ritornando sul corridoio la porta a destra immette nei locali che componevano l’appartamento di Ambrogio Rosmini. In queste stanze l'architetto Ambrogio, impossibilitato dal continuare a viaggiare, teneva i contatti epistolari con amici ed eruditi di tutta Europa, realizzava i suoi progetti architettonici, coltivava la sua passione di bibliofilo-collezionista ampliando le sue raccolte di libri, dipinti, disegni e stampe. Alla sua morte nel 1818 l'appartamento venne occupato - come era suo desiderio - dal nipote Antonio, che lo abitò ininterrottamente dal 1820 al 1826 e quindi saltuariamente durante i soggiorni roveretani. 
Nell' ingresso si impone - come anche nella sala di studio interna - una stufa in maiolica verde con decori a festone e ghirlande di color bianco. Accanto - alla sua sinistra - una scrivania in legno di noce con alzata a cilindro scorrevole mette in bella mostra il pregevole intarsio geometrico dei fianchi. Mentre a destra un cassettone in legno di noce intarsiato presenta un particolare motivo geometrico a prospettiva.
Completano l'arredo una serie di sedie e un divano con schienale intagliato che delimitano il perimetro della stanza e fanno da cornice al ricco intarsio a motivo floreale - di pregevole fattura - che al centro della sala decora le assi del pavimento.
In questa stanza - a ricordo dello zio - Antonio collocò un suo ritratto che egli fece eseguire dal pittore boemo Giovanni Pock (1780-1842): un buon quadro che ritrae l'architetto Ambrogio di profilo, mentre tiene in mano la pianta di uno dei suoi progetti più famosi, il magazzino pubblico del grano, detto comunemente palazzo dell'Annona (in corso Bettini, ora sede della biblioteca civica). E i Padri Rosminiani, a sottolineare il legame affettuoso tra zio e nipote, hanno qui raccolto e collocato i ritratti del filosofo Antonio presenti in casa. Il più grande ad olio del milanese Luigi Zuccoli (1815-1876) fu fatto a Stresa nel 1850 dal vero, con un Rosmini - "che si acconcia a posare a malincuore" come raccontano i suoi biografi - ritratto di fronte, seduto su una poltrona con un libro fra le mani.
A sinistra due altri piccoli ritratti del rivano Giuseppe Craffonara (1790-1837) che mostrano un Rosmini ventenne (olio su marmo) e un Rosmini trentenne intento a scrivere (olio su tela). Questo secondo ritratto - altro omaggio da donare alla madre Giovanna per supplire alla sua sempre più frequente lontananza - fu commissionato dallo stesso Antonio Rosmini mentre si trovava a Roma per la stesura del "Nuovo saggio sull'origine delle idee".
Alla destra dello Zuccoli, un olio su tela del pittore roveretano Giuseppe Andreis (1822-1880) - tratto da uno schizzo a matita dello Zuccoli - ritrae Rosmini di profilo, assorto nella lettura.
Si aggiungono alla quadreria - a sinistra della stufa - due quadri olio su rame raffiguranti una "Madonna addolorata" e un "Ecce homo"; e a destra una tela raffigurante S. Francesco di Sales, opera attribuita al Craffonara, nella quale in basso a destra è ritratto lo stesso Antonio Rosmini con le vesti da chierico.
Da qui si accede tanto nella bella sala di studio quanto nella stanza da letto.

Beni artistici

Giovanni Pock

Ritratto di Ambrogio Rosmini-Serbati
(I. metà sec. XIX - datato 1827)

Luigi Zuccoli

Ritratto di Antonio Rosmini-Serbati
(II. metà sec. XIX - databile 1851)

Giuseppe Craffonara

Ritratto di Antonio Rosmini-Serbati
(I. metà sec. XIX databile 1830)

Giuseppe Craffonara

Ritratto di Antonio Rosmini-Serbati
(I. metà sec. XIX - databile 1823)

Ignoto

Madonna Addolorata
(I. metà sec. XIX)

Ignoto

Ecce homo
(I. metà sec. XIX)